domenica 19 febbraio 2012

Pirlo vuol dire pallone Col Catania 147 tocchi

Pirlo vuol dire pallone
Col Catania 147 tocchi

Milano, 19 febbraio 2012

Impressionante la presenza del regista in tutte le azioni della Juventus: sei assist, 4 cross, 3 sponde, 13 lanci e 12 recuperi

Andrea Pirlo è come una giacca blu: la metti su tutto, in tutte le stagioni, con il caldo e con il freddo, di giorno e di sera, su un paio di jeans e su un pantalone più elegante. Ecco, Pirlo è proprio così: utile in ogni momento, adatto a qualsiasi circostanza, quando il gioco è aperto e gli avversari ti guardano in faccia, e quando il gioco si fa più duro e le difese nemiche si chiudono come fossero bunker. La fortuna di questa Juventus che si sta giocando la lunga volata scudetto è lui, e probabilmente qualcuno al Milan si sta pentendo per non averlo convinto a restare. Ma questa è un’altra storia. Ciò che interessa, oggi, è vedere la capacità di Pirlo di prendere per mano la squadra in un momento di difficoltà (in svantaggio 0-1) e condurla oltre l’ostacolo: il modo in cui calcia la punizione del pareggio è magistrale, anche se il portiere Kosicky avrebbe potuto mettere un uomo in più in barriera. E poi, a condire una prestazione super, ci sono gli assist (ben 6) scodellati sui piedi dei compagni, i lanci (addirittura 13) cui vanno aggiunti i due passaggi filtranti, le sponde (3), i cross (4). Numeri da autentico campione.

Corridoio — Da far rivedere ai bambini un passaggio meraviglioso indirizzato a Marchisio: Pirlo vede il corridoio nel quale si è inserito il compagno e lo pesca con una rasoiata precisa e ben dosata. Marchisio è davanti alla porta e peggio per la Juve se il centrocampista "cicca" il pallone. Ma la giocata di Pirlo è da applausi. Come da applausi sono i 12 recuperi effettuati. Inoltre, altro dato da incorniciare, su 147 palloni toccati Pirlo ne ha persi soltanto 26 (meno del 20 per cento). Siamo su livelli altissimi.
Ripartenza — Sulla sponda del Catania, logicamente con qualità diverse, Sergio Almiron è il centrocampista che più cerca di appoggiare le azioni offensiva. Si piazza nella posizione della mezzala sinistra, rincorre gli avversari, recupera 3 palloni, sbaglia pochissimo (1 passaggio fallito su 36, 1 pallone perso) e spinge parecchio. Sull’1-1 ha avuto sul piede la palla del vantaggio e la sua conclusione è stata respinta di piede da Buffon. Bellissimo il gesto tra i due: una pacca di Almiron al portiere, come a dire «bravo!». Se, tuttavia, su quel pallone Almiron ci fosse andata con maggiore convinzione, adesso parleremmo di un’altra partita: quando sei davanti al portiere, la cattiveria è una dote necessaria. In fase di ripartenza, con i giocatori juventini a braccarlo, Almiron è stato bravo anche in dribbling (2 effettuati, sempre in velocità) e nel lavoro di sponda (2 consegnate ai compagni). In tutto ha toccato 60 palloni e, non considerando gli interventi del portiere Kosicky (66 tocchi), è stato il più impegnato del Catania. Grinta (come testimonia l’intervento punito con il "giallo" su Quagliarella nel secondo tempo), temperamento, idee chiare e tanta sostanza: questo è stato Almiron. Purtroppo per il Catania non è stato sufficiente.
Andrea Schianchi

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